La signora Singer

 



 Un giorno cercavo su whatsapp cercavo la chat della mia amica per scriverle un messaggio, ma non c'era più. Ho fatto un'attenta ricerca controllando il numero e finalmente è uscita una piccola macchina per cucire. Sono scoppiata a ridere per aver individuato un elemento che ben la rappresenta. Da quel giorno è diventata per me la signora Singer. 
Assomiglia all'attrice Lauren Bacall, stessi colori, occhi verdi, alta, slanciata, ma il marito non ha niente di Humphrey Bogart, è più vicino al Bell'Antonio di Brancati, per dire un tipo fisicamente vicino ai siciliani, con baffetti, sveglio, energico, preciso, grande imprenditore.
La signora Singer, col fare da gatta soriana, mantiene tutti sotto tiro: lei non si arrabbia, ti fulmina, non ti minaccia, ti toglie anche il minimo sindacale, non comanda, decide per tutti. È una donna dalle mani di fata, ti riempie una casa. Da uno scampolo di stoffa ne trae presine di lusso, da una copertina, un capolavoro da carrozzina, fiocchi per nascituri, tende, lenzuola, tovaglie...
Non c'è cosa che non sappia fare. Anche in casa lavora come una manager: conosce le pasticche migliori per la lavastoviglie, i metodi per sturare i lavandini, come scrostare le pentole, compresi i lavori che di solito fanno gli uomini. Ha un'eleganza innata, gusti fini e il dono di trasformare ogni piccola cosa nella sua forma migliore. È una donna tutta casa e chiesa vecchio stampo, con la passione del cucito e della maglia. Questa è l'attività che ha iniziato dopo aver lasciato il lavoro nell'azienda di famiglia, passando da imprenditrice a donna di casa. 
Ora produce corredi per bambini e per la casa favolosi, dei veri capolavori con il debole per i corredini di neonati che sono delle chicche. Oltre al lavoro che ha abbracciato negli ultimi anni non manca la sua partecipazione attiva in parrocchia dove si occupa un po' di tutto e organizza ogni tipo di evento. A casa resta lo stretto necessario per il cucito e la cucina e, se non si trova da nessuna parte, di sicuro è in chiesa. 
Dei corredi è la maestra tanto da diventare petulante anche quando viene a casa. Osserva, controlla le tovaglie, i centrini, le tende, sembra una stilista con la puzza sotto il naso. Si posiziona sulla sedia e dove appoggia gli occhi ne cava qualcosa. 
 Una volta andavamo per mercati senza toglierci il gusto di contrattare: a volte la spuntava lei, altre volte io. Quando tornavamo a casa facevamo il conto di quello che eravamo riuscite a portare secondo i nostri prezzi e ci divertivamo tanto. Spesso i commercianti ci accontentavano per pietà: non ce la facevano a sentirci di abbassare il prezzo, altre volte eravamo noi, dopo ardua contrattazione, a lasciare la merce sul banco e andare via. In quest'ultimo caso, dopo poco, ci rincorrevano per accettare la nostra richiesta ed era un successo. Dopo anni i nostri acquisti sono ancora ben tenuti, biancheria rimasta inalterata.  La storia non finiva lì. Tornate a casa  raccontavamo le nostre peripezie e gli altri a prenderci in giro.
La signora Singer è anche una buona cuoca, una maniaca della casa che organizza come se stesse ancora in azienda. In famiglia tutti eseguono i compiti che assegna, ha il potere della gestione facile e si fa ascoltare da tutti. Una leader insomma. Ma per incombenze esterne è ancora più efficiente: banca, poste, enti, ospedali, non c'è niente che non riesca a sbloccare, ultimare, pagare, controllare. Una rompiscatole. Ma la sua passione per il cucito l'ha resa felice: non c'è un neonato nelle vicinanze che non abbia ricevuto almeno due paia di lenzuola, fiocco per la nascita, camicie, lenzuoline per culla e carrozzina. Conosce tutte le donne incinte del luogo, raccoglie  le loro date presunte del parto e fa l'elenco dal prossimo al più lontano. E se la chiami ti dirà che ha una consegna da fare e non si può muovere. 
Quando compra qualche stoffa pensando a miei gusti, mi cuce un bel cuscino per le poltrone e divani. Non ho mai avuto tanti cuscini in vita mia. Di quelli ricevuti da lei, Positano e Frida sono i miei preferiti.
Mia figlia, quando mi vede perdere tempo ad aggiustare i centrini, l'ordine delle piante, la tovaglia di pizzo sul tavolo capisce che sta per arrivare la signora Singer e ride. E quando arriva, vabbè che non ci sono più le suocere di una volta, ma onde evitare le sue considerazioni a cominciare da come cade la tovaglia a come scende la tenda, passo in rassegna tutto il corredo di casa. A vederla sembra un'oziosa inglese che non ha altro da fare che prendere il tè, flemmatica, accomodante, ma è solo una parvenza.
 Una volta in vacanza, il ragazzo del villaggio che dal residence ci portava al ristorante non si frenò dal dirle che sembrava un bradipo. Ma vi assicuro che tra il sembrare e quello che è realmente c'è un abisso.
 Ovunque vada può cacciare dalla borsa le forbici, il cotone, il metro e non sai se sia più una sarta o un operaio. In quella borsa ci mette di tutto. Qualsiasi mattonella, lampadario, tenda passa sotto i suoi occhi ne trae spunto per i suoi lavori. Io la vedrei in una grande azienda a confezionare i suoi modelli con un marchio italiano scintillante, del tipo "Lauren Singer".

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