Crediamo che una volta letto un libro, non ci sia più niente da scoprire e quel libro che ci ha tanto affascinato, interessato e colpito, vada messo da parte.
Dovremmo partire dal concetto che non stiamo leggendo un libro, ma solo mettendo il nostro io nel libro, nel senso che stiamo sì leggendo un libro, ma con la predisposizione di animo di quel momento.
Se sono triste e leggo un libro, tutto sarà visto con la lente triste, viceversa se sono allegra, anche una cosa pesante acquisterà un colore più leggero.
La lettura è fatta non dalle parole che leggiamo, ma dalla nostra predisposizione con cui ci apprestiamo a leggere, e quante volte leggiamo uno stesso libro, tante volte risulterà diverso da quello che avevamo capito precedentemente.
In un libro non c'è niente da capire da quella prima lettura fatta, il suo contenuto è statico, cambia nel tempo la nostra maturità, la nostra situazione, il nostro sentire e il nostro vedere.
Se provate a leggere un libro dopo tanto tempo, vedrete che vi sembrerà che non sia mai stato letto e che vi dirà cose completamente diverse da quella prima volta che lo avete fatto.
Spesso rileggo libri già letti, o per avermi dato emozioni particolari e vorrei che ritornassero, o per i ricordi cui mi riporta nel rileggerlo.
Niente risulta essere uguale a un'altra cosa, anche la rilettura di un libro non è la stessa.
A me è capitato molte volte di rileggere un libro e sembrare di non averlo mai letto prima. A parte la trama che si ricorda perfettamente, è tra le righe che ci si perde. E' come trovarsi in un labirinto da cui si uscirà solo cercando la strada libera. Ma dimentichiamo che le uscite possono essere tante ed è difficile ritrovare il sentiero battuto precedentemente.
Rileggere un libro è come innamorarsi di nuovo, con nuove emozioni, nuove sensazioni, nuovi richiami, nuove scoperte. Potremmo leggere anche e sempre lo stesso libro, chi cambia siamo noi, vediamo sempre da prospettive diverse.
A me succede spesso e l'ultima volta che ho riletto un libro è stato "Il gattopardo" . A rileggerlo mi sono sentita una perfetta ignorante, non ricordavo la grandezza del personaggio del Principe di Salina lo vedevo e lo immaginavo per la prima volta e quello che ho visto non era lo stesso del principe di Salina della sua prima lettura. Cosa è cambiato?
Che abbiamo accumulato nuove emozioni, abbiamo fatto altre scoperte, abbiamo un animo diversamente disposto. Leggendo di nuovo "Il gattopardo" altre idee hanno preso forma in me. E' questo un processo che accade ogni volta che leggiamo, anche con lo stesso libro.
Leggere non è mai uguale, sempre nuovo e diverso.
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