Oggi
mio padre compie gli anni, una ragguardevole età e penso a tutte le volte che
la gente gli dice: “Sei proprio in forma". Diamo agli altri il nostro
aspetto esteriore, peccato che non sempre collimi con la vita che scorre
dentro. I capelli neri, la forma smagliante, il sorriso pronto, l'agilità nei
movimenti sono in vista ma una ferita dentro, una vita accidentata, un
rimpianto, un rimorso, una tristezza come la vedi?
Festeggiamo di solito più la
longevità che la vita interiore, completa di ciò che ci aspettavamo alla fine del percorso.
Quando mio padre mi ha chiesto: “Perchè festeggiare? Alla mia età non si festeggia
niente, si fanno solo i conti con la morte", gli ho risposto che la vita non
sa di morire, essa è inarrestabile.
E' vero, e allora che sia
questa sospensione tra nascita e morte a festeggiarsi. Questo tempo che ci è
stato donato e che ci fa assaporare la vita, con tutti gli sforzi
che ci costa strada facendo. Gli ho risposto che va festeggiata per
l'allungarsi della "sospensione": il fluttuare, respirare,
provare, sperimentare in cui essa consiste.
Saggiamente mi ha risposto che
adesso dovrebbe cominciare a vivere, con l'esperienza che ha, se solo fosse
giovane. Gli ho proposto, per la prossima volta, di nascere vecchi per
ritrovarci piccoli alla fine. Anche
questa possibilità non è piacevole, a suo dire. "Morire senza capire, non
è come morire saggiamente", mi ha risposto.
Ha ragione Milan Kundera nel
suo romanzo L’insostenibile leggerezza
dell’essere: “Non si può mai sapere che cosa si deve volere perchè si vive
una vita soltanto e non si può nè confrontarla con le proprie vite precedenti,
nè correggerla nelle vite future".
La
vita non è solo respirare, va ben oltre. E allora se vedi poco, se non ci
senti, se non comprendi alcune cose, se dimentichi, tutto questo non basta a
distruggere ciò che porti dentro, che hai provato, che ti è costato, che hai
sofferto, che hai ricevuto.
Alla
fine festeggiare non è altro che ringraziare di aver vissuto questo tempo, che,
per quanto possa essere faticoso, ci fa provare l'ebbrezza di esserci.
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