Tutti abbiamo conosciuto qualcuno, entrato nella nostra orbita e subito dopo scomparso.
Non sono casi sporadici, avvengono con una
certa frequenza, un modus vivendi di
molti. Fidanzati, amici, conoscenti entrano ed escono dalla nostra vita come
meteore. Sono i famosi fantasmi, molti preferiscono dire “ghosting”. Fenomeni brevi,
nati per semplice curiosità, gioco, tutto reso possibile anche dalla tecnologia,
che supporta ogni tipo di contatto. In genere non durano più di un anno, ma
possono esaurirsi anche in pochi mesi.
Se provate a mandare loro dei messaggi, non vi
rispondono, se lo fanno, raccontano bugie. Si negano in ogni caso, per poi
scivolare nell’oblio totale. All’inizio si danno un gran da fare, si mostrano
affettuosi, senza dare alcuna spiegazione plausibile per il loro interesse nei
vostri confronti. Mostrano un’eccessiva euforia nell’avvicinarvi, con
comportamenti che sarebbe troppo definirli normali. Offrono amicizia, aiuto,
solidarietà, con progetti accattivanti, facendovi sentire la persona più
importante al mondo.
Vi coinvolgono, vi stravolgono
e poi spariscono. Altra caratteristica è che vi lasciano in panne nel bel mezzo
di una situazione. Hanno una personalità fragile, le loro convinzioni, un disegno
mentale da portare a termine. Sono supponenti, irriverenti, scaramantici e volubili,
con una negatività in ogni loro discorso. In qualsiasi tipo di rapporto
diffidare di un eccessivo entusiasmo iniziale, tra l’altro immotivato se non ci
si conosce. Poi, con un pretesto o un malinteso, trovano il modo di
allontanarsi. E a quel punto nasce spontanea la domanda se soffrano di qualche
patologia.
Altrimenti perché dileguarsi senza
alcuna spiegazione? L’unica coerenza è data dal modo in cui si presentano, plateale,
e sulla stessa riga quando si allontanano, scomparendo dal nostro orizzonte. Hanno
ben chiaro ciò che vogliono senza palesarlo, per non dare troppe spiegazioni. Intanto
affilano il pregiudizio nei nostri confronti. Instaurano rapporti superficiali,
limitandosi a pensare di noi quello che presuppongano. A quel punto non
chiediamo spiegazioni perché già abbiamo capito che il rapporto è un aborto e,
se anche insistessimo, potrebbero sempre rispondere che ci stiamo sbagliando, facendoci
passare anche per malpensanti. Chiarirsi non è una perdita di tempo ma un
dovere. Significa rispettare l’altro. Invece è vista come una debolezza,
credendo che dare spiegazioni, valga a giustificarsi per qualcosa.
Molti vogliono solo avvicinare
le persone, non conoscerle. I rapporti con gli altri vanno curati, approfonditi
e per farlo ci si deve presentare per primi e manifestarsi. Si possono evitare
quelle spiegazioni che non servono a nessuno, ma non quelle fondamentali che,
se omesse, ledono in qualche modo l’altra persona, facendole perdere la fiducia.
La relazione si basa sempre su un dialogo supportato da emozioni e sentimenti
che, messi in moto, possono rendere forte o debole una persona. Chi entra senza
chiederlo nella nostra vita lo fa poggiandosi sulle nostre debolezze.
I fantasmi non percorrono
molta strada. Alcuni di questi non danno chiarificazioni perché credono che non
ne debbano dare, sentendosi irreprensibili. D’altro canto ne chiedono eccome
agli altri, mettono sottosopra, si servono di contributi psicologici e
motivazionali dell’altro, invadono il mondo altrui e se ne appropriano, mentre
vi chiedete da dove giunga questa confidenza, per poi sparire. Meno male, dico
io, a questo punto, che vanno via così come sono arrivati. Agiscono sull’onda
del momento, fluttuando ora qui, ora lì. Ci sovvengono, solo in seguito, piccoli
flash al loro riguardo, magari per una foto, ricordando un atteggiamento, una
parola o un fatto. Non lasciano né vuoti né dolore, solo sconcerto. E
fortunatamente non ci s’incontra più, per scelta a questo punto. Si cancella
ogni loro ricordo e, se accadesse di incontrarsi, sarebbe come non essersi mai conosciuti.
Sono inaffidabili, insensibili e privi di qualsiasi buona intenzione. Chi non
si avvicina più di tanto dopo aver fatto “un’ammuina" del diavolo per corrervi
dietro, è perché vi avverte come possibile pericolo o non ha capito niente di
voi. Molto più spesso percepiscono il
prossimo come un’invadenza, un pericolo, un intralcio che oscura la loro
personalità o interferisce con i loro desideri, le loro idee. A volte
semplicemente si rendono conto di aver sbagliato persona, poco malleabile per i
loro intenti.
A volte si resta con l’idea in
mente che ci si fa di una persona e non si cambia nemmeno quando, conoscendola,
si rivela diversa dal nostro giudizio. Le persone, più che affrontare la vita, la
interpretano nella loro mente e scappano quando la realtà non collima col loro
mondo interiore. Da qui i tanti rapporti
superficiali in cui navighiamo che non servono a niente. Bisogna dedicare il
tempo a chi ci rispetta, chi vede realmente chi siamo, chi ha voglia di
conoscerci.
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